lunedì 6 aprile 2009

Senso della misura /2

Dopo la "chiamata" a Barak Obama per farsi fotografare (strategicamente piazzato in mezzo tra America e Russia), Berlusconi ha subito commesso la gaffe del telefonino.
Ribadisco quanto avevo scritto venerdì: non di gaffes si tratta, ma di strategia comunicativa rivolta esclusivamente al pubblico italiano.
Con la sua fotografia sorridente tra Obama e Medvedev, Berlusconi voleva trasmetterci l'idea della sua* centralità nello scenario politico mondiale; e poco importa se la centralità in effetti si riduce a stare in mezzo ad un'immagine.
Con la sceneggiata del telefonino, gli italiani hanno appreso della sua* importanza sullo scenario europeo e mediterraneo, in linea peraltro con il ruolo geopolitico di ponte tra l'Europa occidentale e i paesi del bacino del Mediterraneo che l'Italia ha sempre avuto.
Anche qui, poco conta la sostanza: poco conta se dall'altra parte del telefono ci fosse veramente un premier turco o il servizio di ora esatta: l'importante è che i giornali italiani ne abbiano parlato con lusso di particolari; mentre i giornali stranieri non contano, dato che come noto gli stranieri in Italia non votano.

*P.S.: l'avete capito, vero? "sua" si riferisce alla persona di Silvio Berlusconi: non al suo ruolo di Presidente del Consiglio. Berlusconi tratta da pari a pari con America e Russia perché è Silvio Berlusconi, non perché rappresenta l'Italia. Ed è ancora Silvio Berlusconi, e non l'Italia, che strappa un consenso a Erdogan.
Sono differenze che contano: specie se contestualizzate tenendo conto che fino a qualche anno fa il ministro degli Affari Esteri (che ha sempre inteso il suo ruolo come rappresentante dell?Italia e non di sé stesso) si chiamava Gianfranco Fini; e Fini è attualmente il primo candidato a rilevare il posto di Berlusconi, e anche il più critico nei suoi confronti.

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