La buona notizia di oggi non è proprio una notizia buonissima, ma con i tempi che corrono bisogna accontentarsi.
Ieri pèrevedevo che titti i giornali italiani oggi avrebbero parlato della bancarotta di Chrysler.
E difatti oggi il Corriere oggi titola:
Ed è una corbelleria, dato che -come detto altre volte- "bancarotta" e "bankruptcy" sono due concetti diversissimi. Tanto più grave in quanto il direttore del Corrierone viene fresco fresco da viale Monterosa, e dovrebbe avere un po' di dimestichezza con queste cose.
La buona notizia è che altri giornali, quali Repubblica:
e il Messaggero
usano il più consono termine "fallimento.
La Stampa (forse condizionata dal fatto che il direttore viene fresco fresco dagli USA)
e Il Giornale
usano i termini "bancarotta protetta" e "bancarotta pilotata"; che è una sciocchezza pure, ma quell'aggettivo lascia intendere che ci sia qualcosa di diverso rispetto alla bancarotta nostra, che essendo penale non può essere pilotata per definizione (vi è da dire che il penale in USA è pilotabile, e quindi si tratta comunque di una pezza a colore).
Tutti indistintamente i quotidiani, comunque, danno al lettore l'impressione che, comunque la si chiami, questsa procedura di Chrysler sia un quancosa di molto negativo che si è cercato fino all'ultimo di evitare: ma si tratta di un messaggio fuorviante.
Fa eccezione il Sole-24 Ore (e sarebbe stato drammatico assai se così non fosse stato, anche se il direttore di viale Monterosa ora si chiama Riotta), il quale, giustamente, non ritenendo che il concetto sia esprimibile in italiano, usa la definizione "Chapter 11", lasciando al lettore (che si presume abbastanza smaliziato, visto il pubblico di riferimento) l'onere di capire cosa ciò significhi)
giovedì 30 aprile 2009
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4 commenti:
Un post molto interessante.
In effetti, per chi non mastica quotidianamente di bancarotta e fallimento, ci dev'essere molta confusione.
Il titolo però può anche essere fuorviante. L'importante è che poi si spieghi bene nell'articolo.
Diciamo che il titolo serve da teaser per la serie didattica ;-)
Aspetta, non era una critica nei tuo confronti.
Non mi riferivo al titolo del tuo post ma ai vari titoli dei giornali. I titolisti spesso devono confrontarsi con la costante mancanza dello spazio necessario per dire cose sensate, quindi spesso si sintetizza troppo, anche ricorrendo a falsi sinonimi o a imprecisioni.
Confesso che non avevo capito a cosa ti riferivi (comunque non l'avevo presa come una critica, al più come una battuta ;-)
Il fatto è che negli articoli che ho letto si spiega molto, molto poco: e così chi vuole approfondire e capire come stiano in effetti le cose(anche se non saranno certo molti), si trova nell'impossibilità di farlo.
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